L'omosessualità

Scelta o genetica?

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  1. serglasser
     
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    Ognuno di noi ha un proprio orientamento sessuale che si delinea nel corso dell'adolescenza. Vi è quello eterosessuale che si caratterizza per l'attrazione verso persone di sesso opposto al proprio (i maschi provano attrazione per le femmine e viceversa) e vi è quello omosessuale che invece è caratterizzato dall'attrazione per persone dello stesso sesso. Di questi due, il primo è quello più frequente, questo accade perchè anche l'uomo, come ogni altra specie animale, segue delle finalità biologiche imposte dalla natura, in questo caso la riproduzione e la sopravvivenza della specie. Tuttavia non ci sono molte differenze (oltre le finalità di cui vi ho appena detto) tra i due orientamenti, infatti essi rappresentano due varianti dello stesso tema, entrambi sono comportamenti umani dettati dal desiderio di amare, desiderare, scambiare e costruire con altre persone (del sesso opposto o del proprio), rappresentano delle condizioni umano-esistenziali con contenuti di relazione e affettività.

    Alla luce di quanto detto, oggi l'omosessualità è vissuta come una variante normale del comportamento sessuale (o meglio sta iniziando ad esserlo, vi sono ancora molti luoghi comuni, pregiudizi, atteggiamenti discriminatori e di condanna che andrebbero eliminati) mentre fino a qualche anno fa veniva considerata alla stregua di una malattia da curare, era vista come una perversione da eliminare, tant'è vero che se ne ricercava la causa nella genetica, nella biologia (soprattutto nel campo ormonale), nella sfera psichica (con orientamenti di tipo familiare, con famiglie caratterizzate da madre autoritaria e da padre debole e o distante nella omosessualità maschile, in questo contesto il figlio maschio era poco incline allo sport ed ai giochi violenti, prediliva giochi tranquilli ed aveva un buon rapporto con la madre ed un rapporto di tipo conflittuale con fratelli e sorelle. Un discorso analogo è stato fatto per la omosessualità femminile dove, in famiglie conflittuali con ruoli simili a quelli appena detti, le bambine sviluppavano un comportamento da "maschiacci"). In realtà questi studi portarono a scarsi risultati. Infatti il comportamento sessuale deriva più dalle esperienze e dall'apprendimento che non da contributi biologici, è determinato da tutta una serie di fattori che concorrono tutti insieme al suo delineamento. Oggi sappiamo che alla sua base vi sono si dei fattori biologici, ma anche che a questi si aggiungono la percezione dell'immagine di sé, dal rapporto con il proprio sé corporeo e psichico, da modelli educativi famigliari e sociali con l'importante contributo delle esperienze che con il tempo ognuno di noi fa, soprattutto nel periodo formativo.

    Un contributo importante a questo cambio di vedute è quello dato dalla psichiatria che a partire dalla metà degli anni '70 le ha tolto alla omosessualità questa connotazione di malattia contribuendo così a restituirle quel contesto di normalità che le spetta, tant'è vero che nella ultima edizione del DSM-IV (il già citato Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) l'omosessualità non ha alcuna connotazione diagnostica, condizione quest'ultima che è stata accettata anche dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) già dal 1993. Tuttavia, come vi ho detto poco fa, ci sono ancora delle resistenze a questo cambio di vedute, resistenze dettate da ruoli sociali importanti come quello dei genitori, dei sacerdoti, degli insegnanti e di molti medici, resistenze che fanno si che gli omosessuali molto spesso vivono delle emozioni condizionate dal senso di colpa e da una bassa autostima che li spingono ad un isolamento sociale, ad una ghettizzazione, ad un vivere in maniera clandestina la propria esistenza, altri per la paura di essere rifiutati da una società cieca ed ignorante vivono relazioni "normali" nelle quali non si sentono liberi e che quindi finiscono con il ripercuotersi sulla loro psiche con effetti talvolta devastanti.

    L'omosessualità, così come l'eterosessualità, non è semplicemente un vissuto fisico, ma in essa si differenziano diverse realtà quali il comportamento, l'orientamento e l'identità. Per comportamento omosessuale si intende la pura esperienza fisica, per orientamento omosessuale si intende la realtà della coscienza caratterizzata da una preponderanza di sentimenti, fantasie e pensieri erotici che riguardano individui del proprio sesso, infine con il termine identità omosessuale si indica l'autoriconoscimento del vivere e sentire l'omosessualità.

    Ora alcune curiosità sul mondo dell'omosessualità femminile (i dati statistici si riferiscono a fonti Americane). Per quanto riguarda la omosessualità femminile ne vengono descritte tre varianti. La prima è quella delle lesbiche separatistiche in cui vi è la tendenza a ridurre al minimo le relazioni con uomini e con donne eterosessuali e spesso vi è l'impegno culturale e politico contro una società patriarcale e maschilista. La seconda è quella delle lesbiche butch in cui le donne sembrano avere caratteristiche sia fisiche che psichiche del sesso maschile e vestono in modo da sminuire la propria sessualità. Infine vi sono le lesbiche femme le quali si truccano, si ingioiellano e si curano molto del proprio aspetto fisico e della loro femminilità. In realtà la distinzione non è così netta, questi tre modelli rappresentano delle tendenze, e in ogni quadro appartengono ruoli sessuali attivo e passivo. Spesso accade che donne di una coppia lesbica siano bisessuali con esperienze di tipo eterosessuale nel 90% dei casi prima della presa di coscienza del proprio essere, mentre il 43% dichiara di continuare ad avere esperienze etero dopo l'essersi dichiarate lesbiche anche se in molti ambienti "omo" questo tipo di esperienze non vengono sempre accettate perchè interpretate come una incapacità al definitivo orientamento sessuale, come un tradimento del mondo femminile e per il timore di una potenziale trasmissione di malattie sessuali (HIV in primis). A differenza dell'ambiete gay, in quello lesbo vi è una forte gelosia. In materia di maternità molte lesbiche sono madri (in America) e molte per diventarlo ricorrono all'inseminazione artificiale o all'adozione. Vi sono poi le lesbiche separatiste le quali ritengono che la maternità, l'introduzione di spermatozoi nel proprio corpo, la gravidanza e tutto ciò che ne consegue siano atti propri del mondo eterosessuale e che quindi non condividono la scelta di vivere la maternità.

    Spero di essere riuscito ad incuriosirvi su un mondo ancora poco conosciuto come quello dell'omosessualità e che da questo derivi un tentativo di comprensione e di cambiamento di vedute che porti o meglio contribuisca a rendere a questo modo di vivere il proprio io la giusta connotazione di normalità che merita.


     
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