Il passaparola degli hacker

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  1. serglasser
     
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    Basta un po' di intelligenza hacker per diffondere un appello medico senza generare catene di sant'antonio, e con un po' di fortuna conseguire il risultato sperato.

    Mettiamo che vi capiti una di quelle sfighe che sarebbe bene non augurare a nessuno, per esempio che un pirata della strada vi investa, magari mentre attraversate sulle strisce pedonali, e scappi via senza soccorrervi. Mettiamo che a questo si aggiunga un'altra sfiga, peraltro non impossibile visti i diffusi casi di malasanità, ovvero che i medici sbaglino terapia e non riusciate a riprendervi completamente dall'incidente, continuando a vagare tra ortopedici e altri specialisti senza sapere a che santo votarvi, tra liste d'attesa per gli interventi chirurgici, onorari da pagare, problemi con le assicurazioni e via dicendo.


    Se poi siete particolarmente sfortunati, può anche capitarvi che un amico o un parente con il pallino della tecnologia inizi a inviare centinaia, migliaia di email, facendo appello sulla pietà umana e dando vita a una vera e propria catena di sant'antonio, con il risultato di riempire di spam milioni di caselle email e di far girare i vostri nome e cognome anche dopo anni che il vostro problema è stato risolto.

    Fortunatamente con il web 2.0 c'è anche un'altra strada, seguita da un noto hacker, alla cui compagna sono capitate le sfighe sopra descritte: dopo aver peregrinato per diversi ospedali, senza che in otto mesi si risolvesse per il meglio una banale frattura al malleolo, Fabio (useremo qui solo il nome di battesimo, senza indicare il suo ben più noto nickname) e la sua compagna, con l'aiuto della comunità hacker, hanno messo tutto il materiale del caso on line su un sito apposito, dedicato ai medici. Un altro sito è invece dedicato alla comunicazione sui media della faccenda.

    E' poi partita una campagna di informazione a tema, molto mirata: Fabio e gli altri hacker hanno inviato il loro appello a più di 200 medici e ospedali fra i più importanti, con la speranza di trovare in Italia l'applicazione di quelle che sono pratiche mediche in uso da anni all'estero (Francia, Svizzera, Inghilterra, USA) ma che qui da noi non sono ancora entrate a far parte della cultura medica diffusa.

    Su una mailing list dedicata ai diritti civili telematici, Fabio afferma: "E' un esperimento di richiesta di aiuto on line per trovare una cura al passo con i tempi della scienza medica internazionale. Ho pensato di inviarlo anche qui perché è un metodo democratico e "neutrale" per la ricerca di una soluzione medica a un caso grave che altrimenti richiederebbe il continuo saltare da un ospedale all'altro per trovare il medico capace".

    Naturalmente Fabio e gli altri hacker hanno fatto del loro meglio per salvaguardare la privacy della donna, rimuovendo il suo nome dalle cartelle cliniche e radiografie; inoltre hanno correttamente eliminato tutti i riferimenti ai medici e alle strutture dove la paziente è transitata, per evitare che si diffondesse una sorta di caccia alle streghe telematica.

    L'appello, diffuso ieri, sta funzionando. Numerosi medici, forse alcuni solo per farsi un po' di pubblicità, speriamo molti di più per il reale desiderio di aiutare, stanno rispondendo nelle pagine dei commenti e dei forum, e forse si riuscirà a ottenere un risultato concreto. Un esempio da seguire.

     
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0 replies since 7/9/2007, 16:40   52 views
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